Dopo il grande successo nell’Auditorium di via Zurria, da oggi, 15 dicembre proseguono nel Castello di via Leucatia di Catania le rappresentazioni del Lungo pranzo di Natale di Thorton Wilder, spettacolo, che Buongiorno Sicilia propone nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini, e che approfondisce, con tanti riferimenti all’attualità, il significato delle feste e delle tradizioni di fine d’anno narrando la storia di una famiglia americana-simbolo. ,
“Uno spettacolo particolare – spiega il regista Giovanni Anfuso – questo che rappresenteremo nel Castello fino a domenica 18, con due repliche a sera: alle 20.30 alle 22. Innanzitutto perché si tratta di un’autobiografia collettiva e poi perché il pubblico è commensale degli attori di questo simbolico pranzo natalizio che, tra aneddoti, risate ed emozioni, attraversa le generazioni della famiglia Bayard e dura novant’anni”.
Un lavoro teatrale partecipato, empatico, che, dal debutto, è sempre riuscito a coinvolgere gli spettatori, i quali hanno risposto con lunghissimi e intensi applausi per gli attori – Anna Passanisi (Mamma Bayard e cugina Ermengarde), Davide Sbrogiò (Roderick, suo figlio), Liliana Randi (Lucia, moglie di Roderick), Angelo D’Agosta (Charles, figlio di Roderick e Lucia), Chiaraluce Fiorito (Genevieve, sorella di Charles), Maria Rita Sgarlato (Leonora Benning, moglie di Charles), Santo Santonocito (cugino Brandon). Consensi anche per Greta D’Antonio e Francesco Rizzo (i gemelli Lucia e Sam, figli di Charles), e Michele Carvello (Roderick, l’altro figlio di Charles) e Ilenia Scaringi (la balia) e naturalmente per Anfuso e Riccardo Cappello, autore di scene e costumi, e Paolo Daniele, che firma le musiche. Applauditi anche l’aiuto regista Agnese Failla, Davide La Colla ed Enzo Valenti, curatori di luci e suono, e Francesco Rizzo, assistente alla regia.
“Il bello di queste rappresentazioni – ha sottolineato Anfuso -, è stato che, al termine, ci siamo soffermati a dialogare con il pubblico dei temi, ancora attualissimi, proposti da Wilder: il trascorrere del tempo e le tradizioni tramandate di padre in figlio. Ed è l’ultima generazione di questa dinastia americana, che potrebbe benissimo essere mediterranea, italiana, a dissolvere o trasmettere il pensiero e i riti familiari”.
“Interpreto – sottolinea al proposito Michele Carvello – il personaggio di Roderick II, figlio di Charles e nipote di Roderick I. Anticonformista, smette di occuparsi dell’azienda di famiglia e decide di andare a vendere alluminio in Cina. Dunque un distacco anche emotivo con la famiglia, sottolineato nello spettacolo dalla lite tra il mio personaggio e suo padre. E quante famiglie hanno vissuto e vivono la distruzione delle proprie tradizioni?”.
“Frizzante, allegro e molto sensibile – afferma invece Greta D’Antonio – è il personaggio che interpreto: Lucia II, sorella di Roderick II. Al contrario del fratello, Lucia è legata alla famiglia e in particolare alla madre, Leonora, e in qualche modo fa proseguire le tradizioni: si trasferisce sì a New York per inseguire l’amore ma poi chiama la madre a vivere con sé. E molti giovani spettatori si identificano con lei: anche se decidono di partire per inseguire i propri sogni, il distacco con la famiglia è solo fisico e mai spirituale. Perché l’amore continua per sempre”.
Appartiene alla quarta e ultima generazione della casata Bayard anche Sam. Il quale, spiega Francesco Rizzo, che lo impersona, “verrà chiamato per combattere nella prima guerra mondiale e rimarrà ucciso”.
“La notizia della sua morte – aggiunge – arriva durante il pranzo di Natale e lascia sgomenti i familiari. Ma si percepisce anche, forte, l’emozione provata dal pubblico seduto a tavola con noi attori. Purtroppo quello della guerra è un tema che ci accompagna ancora oggi: una delle tragedie più grandi di cui l’Umanità non riesce a liberarsi”.
Un simbolo più che una persona reale è poi, la balia, interpretata da Ilenia Scaringi, l’unico personaggio che, al contrario degli altri, non invecchia.
“La balia – spiega l’attrice – accudisce di generazione in generazione i piccoli Bayard. È una sorta di personificazione dell’amore: filiale nei confronti dei membri anziani della famiglia, materno nei confronti dei bambini. L’amorevolezza è la sua caratteristica e tiene molto alle regole della famiglia e della casa”