“Siamo molto soddisfatti, siamo riusciti ad interpretare in modo originale il messaggio culturale che c’era stato richiesto, e, grazie all’acquisizione di nuove competenze sulla realtà virtuale, siamo riusciti a realizzare un’opera d’arte innovativa. MabArt ci ha dato la possibilità di vivere un’esperienza magica ed un sogno che non tutti nella vita possono permettersi, ovvero quello di fare un viaggio di una settimana in una delle città più cosmopolite del mondo: New York”. A dirlo Samuele Tavilla studente della 4H indirizzo Grafica e Comunicazione del Verona Trento di Messina, che ha partecipato al progetto nazionale MabArt. Dopo un itinerario di varie tappe si è classificato nei primi posti vincendo un soggiorno a New York. MabArt era un percorso immersivo, dedicato a studenti e studentesse di scuole primarie, secondarie di primo ciclo e di secondo ciclo. Un’occasione per i giovani non solo per comprendere le espressioni artistiche, il loro valore e i tanti significati che trasmettono, ma per essere protagonisti attivi del percorso creativo. La finalità di MabArt era quello di far vivere ai partecipanti una duplice esperienza di co-progettazione, in grado di favorire il conseguimento di conoscenze applicate ai linguaggi dell’arte, in tutte le loro declinazioni, fisiche, digitali e ibride. Tutto questo attraverso il format del MAB (laboratorio di mappatura collettiva e partecipata di un luogo o di un insieme di luoghi che integra i dati percettivi con le conoscenze culturali e geografiche).
“Partendo dalla prima tappa, svoltasi a Milano, – prosegue Tavilla – accompagnati dal professore Fabio Comi abbiamo visitato la Triennale ed in particolare la mostra “Unknown Unknowns”, esplorando e scoprendo la vera forma dell’ignoto. Le visite guidate e che ci hanno proposto, hanno approfondito in chiave creativa e critica i temi delle mostre. L’evento aveva un carattere interdisciplinare per avvicinare gli studenti alle arti attraverso filosofia, matematica, antropologia, attualità, scienze, grafica, comunicazione e tecnologia. Dal giorno successivo in poi, sono cominciate le attività laboratoriali che ci hanno permesso, alla fine dei nostri cinque giorni, di presentare un prototipo di un’opera d’arte ispirata a quelle osservate durante la mostra. La nostra idea è stata quella di realizzare una colonna che spaccasse sia il pavimento, che il soffitto, creando delle crepe attorno ad essa. Nella parte visibile della colonna erano presenti delle informazioni che l’uomo era riuscito nel tempo a scoprire; la parte buia, invece, rappresentava l’ignoto, ciò che ancora non è stato scoperto. La nostra opera è piaciuta alla giuria, tanto da permetterci di classificarci primi e poter partire per la seconda tappa del progetto: Treviso. Qui abbiamo rivisto e finalizzato il prototipo lavorato nella fase precedente, e lo abbiamo infine completato attraverso lo strumento della realtà virtuale. Alla fine di questa tappa sono stati scelti solo alcuni ragazzi per ognuno dei 4 gruppi partecipanti. Questi ultimi avranno la possibilità di andare una settimana a New York”. “È stata un’esperienza molto faticosa – conclude Tavilla ma ricchissima di emozioni e che, sicuramente, ha dato i suoi frutti. Si è trattato di un percorso culturale e formativo con un itinerario di apprendimento che ha permesso di sviluppare le capacità culturali e professionali di ogni individuo. Abbiamo appreso nozioni teoriche, pratiche e sociali, che potranno essere necessarie per affrontare il mondo del lavoro e della vita in generale. Un test importante perché ci ha consentito di ottenere skill utili per affrontare le sfide della vita quotidiana e sviluppare la creatività e la sensibilità culturale, che sono importanti per la crescita personale e per il benessere sociale”.