Presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina si è tenuto, all’interno del quarto appuntamento del II Ciclo di Seminari su “Costituzione e Stato sociale”, un interessante Seminario di studio su “Privatocrazia. I limiti costituzionali alla privatizzazione”. L’iniziativa si inquadra nell’ambito del “Progetto Just Smart” e rientra tra le attività sostenute dal Gruppo di Ateneo che si occupa di “Inclusione e giustizia sociale” della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS).
L’evento è stato promosso dalle cattedre di Diritto costituzionale e di Istituzioni di diritto pubblico dell’Ateneo Peloritano, il cui Comitato scientifico-organizzatore è costituito dal Prof. Alberto Randazzo e dal Dott. Antonio Ignazio Arena.
Dopo i saluti del Prof. Alberto Randazzo, ha introdotto l’incontro il Dott. Antonio Ignazio Arena, che ha anche espresso alcune considerazioni sulla produzione scientifica della Prof.ssa Chiara Cordelli, sottolineandone gli aspetti di maggior interesse nella prospettiva costituzionalistica.
La Prof.ssa Chiara Cordelli, docente di Filosofia politica presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Chicago, ha relazionato sulla tematica, intrattenendosi in particolar modo sulla questione dei limiti costituzionali alla privatizzazione, che sotto il profilo filosofico, ritiene che “…. debbano esistere in una società giusta”.
La Prof.ssa Chiara Cordelli vanta una certa produzione scientifica: il suo primo libro, “The Privatized State” (Princeton University Press, 2020), ha ricevuto nel 2021 il premio come miglior libro di filosofia politica dall’European Consortium for Political Research. È stata ricercatrice in prestigiosi Atenei, quali Harvard, Princeton e Stanford ed ha scritto di filosofia e politica per riviste e quotidiani internazionali, come “The Guardian” e “Boston Review”. In Italia ha pubblicato “Privatocrazia. Perché privatizzare è un rischio per lo Stato moderno” (Mondadori, 2022).
Successivamente si è tenuto un dibattito, di un certo spessore scientifico, ai cui hanno preso parte, oltre ai relatori, docenti, dottorandi, studiosi della materia e studenti.
Nell’ambito degli interventi programmati, sono intervenuti il Dott. Roberto Ravì Pinto, la Dott.ssa Maria Grazia Recupero e il Dott. Demetrio Scopelliti. Nel corso del dibattito hanno preso la parola anche il Dott. Nino Amato e il Dott. Giuseppe Donato.
Dal Seminario è emerso che lo spartiacque tra le attività poste in essere dalla mano pubblica e quella privata sono ormai sempre più indefiniti. Negli ultimi anni la funzione dello “Stato moderno” è variato in modo significativo, subendo profondi cambiamenti nel modo di gestire i beni ed i servizi pubblici.
Da anni si assiste alla privatizzazione di attività che un tempo erano di esclusiva pertinenza pubblica, ove delle volte assistiamo a casi di “privatocrazia”, in cui il soggetto pubblico dirige, ma è il soggetto privato che spesso gestisce il tutto.
Per anni gli Stati hanno decantato il raggiungimento di un più alto tasso di efficienza, rivolgendosi ad aziende private in modo da fornire servizi pubblici migliori, come ad esempio l’istruzione, la sanità, i trasporti, l’erogazione dei servizi pubblici essenziali (acquedotti, illuminazione, ecc..).
La propensione a privatizzare fa incrementare il rischio della legittimità dello Stato democratico stesso, pregiudicando i motivi per i quali esso esiste: da qui la necessità di effettuare una attenta ed obiettiva analisi che consente di meglio capire la natura del conflitto tra privatizzazione e legittimità dello stato democratico, in modo di ipotizzare un nuovo modo di intendere e governare la cosa pubblica. L’argomento, senza dubbio, stimola gli studiosi e gli appassionati della materia a dei profondi spunti di riflessione!
Le conclusioni sono state curate dal Prof. Antonio Saitta, docente di Diritto costituzionale, che si è soffermato sulle sfide che attendono i costituzionalisti nel mondo contemporaneo rispetto alle insidie che per la tutela dei diritti fondamentali possono provenire dai “poteri privati”.
Lo scopo dell’evento è stato anche quello di aver realizzato un momento di confronto culturale a favore della comunità messinese, non limitata al solo “mondo accademico”.
Pubblicato da Francesco Pellico