Al fine di recuperare l’antica simbologia nella quale “Gesù porge l’Anima di Maria a Dio Padre”, raffigurata nella parte sommitale del Portale del Duomo, secondo i canoni del Teatro Mobile del XVI secolo, su indicazione dell’assessore alla Cultura Enzo Caruso, d’intesa con il sindaco Federico Basile e l’assessore Massimiliano Minutoli, il carro Votivo della Vara stamani è stato ruotato di 90° e rivolto verso la facciata della Cattedrale, prospiciente il Portale, secondo quanto raffigurato nelle stampe pre-terremoto di Michele Pianebianco, Giovan Francesco Boccaccini e di altri autori di litografie del tempo. Purtroppo il nuovo percorso della via Garibaldi, rispetto a quello pre-terremoto che si svolgeva sull’attuale via Cavour, non ha più consentito di fare arrivare la Vara in piazza Duomo nella posizione corretta.
“È arrivato il momento che i messinesi recuperino significati simboli – dichiara l’assessore Caruso – legati alla tradizione, senza i quali ogni rappresentazione risulta amorfa e svestita di contenuti. In passato ogni pietra ed ogni scultura aveva precisi riferimenti alle scritture o alla mitologia, all’epica o ai versi di sommi poeti che costituivano la parte più importante della realizzazione di un’opera: l’Ideazione e la progettazione. Personaggi come Maurolico, Ferramolino, Polidoro, Montorsoli, Giuntalocchi, Ferrante Gonzaga rappresentavano per Messina l’elite del pensiero, della matematica e dell’architettura. Monumenti e Fortificazioni erano realizzati con precisi dettami di cui oggi abbiamo perso le tracce e che sentiamo il bisogno di recuperare”. Rimarrà esposta per alcuni giorni in Cattedrale la “Dormitio Virginis”, la bara della Madonna dormiente, che durante la secolare processione della Vara è posizionata alla base del carro votivo. Su commissione delle clarisse, il maestro argentiere Francesco Cosio ha realizzato il diadema della Vergine con motivi decorativi ispirati alle foglie d’acanto, che sorreggono dei gigli simbolo di purezza e santità.