Riceviamo e pubblichiamo una mail arrivata alla nostra redazione da un nostro lettore per il censimento dei natanti presenti nei litorali:
“La storica realtà della Marineria Messinese, del diporto, della pesca sportiva, della pesca multifunzionale avrà presto destinate le aree ad uso pubblico in base alle reali esigenze dei censiti.
Con avviso del 24/05/2024, il Comune di Messina ha aperto i termini per aderire al Censimento dei natanti presenti sul litorale messinese da nord a sud, finalizzato all’individuazione delle aree pubbliche da destinare al ricovero delle unità da diporto a cui potranno avere accesso solo le unità censite. Fonti non ufficiali rilevano circa 2000 unità nella sola Città di Messina
conseguenza questa della natura della conformazione della nostra città con ben oltre 50 km di costa da nord a sud prospiciente addirittura su due mari, lo Ionio ed il Tirreno. Per tali motivi lo sfruttamento della risorsa mare risulta fondamentale nonché caratteristica delle nostre tradizioni e delle relative attività ricreative. Oltre all’imprescindibile legame per la nostra
economia, uno dei maggiori aspetti caratteristici è proprio la tradizione e la rilevanza storica e sociale che la piccola e media nautica ricopre ed ha ricoperto in modo particolare nelle località rivierasche a Nord e Sud della Città.
L’importanza della diretta fruizione del mare, anche mediante unità da diporto, si evince anche nella normativa regionale che diede vita al famoso strumento di utilizzazione del demanio marittimo, il PUDM, con l’individuazione delle così dette aree “RN”. Di tutta evidenza è la carenza di infrastrutture pubbliche dedicate alla nautica soprattutto nelle zone più congestionate dal fenomeno diportistico, le zone di Ganzirri e Torre Faro.
Nasce da qui l’esigenza di censire e regolamentare lo stazionamento (in acqua o sulla terra ferma) delle unità da diporto che sono presenti lungo il nostro litorale, consentendo così alla Regione (titolare delle aree) la cessione di tutte le aree necessarie.
È da ricordare come da secoli, il transito da diporto, soprattutto nelle acque dello stretto, contribuisce a garantire anche la sicurezza della balneazione consentendo un tempestivo intervento di soccorso qualora le forti correnti trascinassero verso il largo i bagnanti, evento questo che si verifica più volte durante la stagione estiva, non ultimo il salvataggio nelle acque di Capo Peloro dei mesi scorsi, grazie all’intervento di una barca (calabrese)”.