È stato aggredito, questa notte, un infermiere del Pronto Soccorso dell’AOU G. Martino di Messina. Durante il turno di notte il professionista è stato preso di mira da un gruppo di familiari di una paziente che si trovava in sala visita, per altro già valutata e stabilizzata dai medici del Pronto Soccorso.
Già in più occasioni, durante la permanenza nella zona triage i parenti – nonostante fossero stati più volte invitati a recarsi in sala d’attesa – avevano attaccato anche verbalmente l’infermiere, pretendendo le dimissioni della paziente e creando trambusto mentre era in corso la gestione di un codice rosso e di altri casi urgenti. Data la presenza di una particolare situazione di fragilità della paziente, i sanitari avevano richiesto una documentazione specifica per procedere alla dimissione della signora poiché era stata rifiutata la proposta di ricovero suggerita dai medici; nel momento in cui è stato possibile soddisfare tale volontà, l’infermiere è uscito per restituire un documento della paziente ed è stato aggredito con calci e pugni al volto dai familiari. Medicato e assistito, dopo aver eseguito indagini strumentali e consulenze specialistiche, è stato dimesso con una prognosi di ben 25 giorni s.c.
Anche uno degli operatori del servizio di vigilanza, accorso per dare aiuto, è stato ferito alla mano ed è stato ritenuto guaribile in sei giorni. Sono stati chiamati i carabinieri che stanno ora provvedendo ad acquisire i filmati delle videocamere di sorveglianza.
Oltre l’installazione di numerose telecamere in più aree del pronto soccorso, l’Azienda nelle ultime settimane ha anche acquistato e sta completando la dotazione di pulsanti antiaggressione per gli operatori del PS; si tratta di piccoli dispositivi che una volta azionati si collegano in automatico alla centrale interna di vigilanza.
“Il tema delle aggressioni al personale sanitario – sottolinea il Direttore Generale Giorgio Giulio Santonocito – continua purtroppo ad essere attuale. A nome dell’Azienda desidero esprimere la mia vicinanza e solidarietà al collega, vittima di questa vile aggressione. Continueremo a fare la nostra parte per porre in essere tutti gli accorgimenti necessari per scongiurare il ripetersi di eventi simili, in questo senso vanno le telecamere e, soprattutto, i pulsanti anti aggressioni che in altre realtà che ho gestito si sono rivelati risolutivi. Ho presentato all’Autorità Giudiziaria un esposto-denuncia per punire con la massima fermezza chi si è macchiato del più vile dei reati: quello di interruzione della attività dei sanitari che anche durante l’aggressione hanno continuato a prestare soccorso agli altri pazienti presenti nella struttura, oltre che di aggressione e danneggiamento.”