Presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina si è tenuto un interessante dibattito sulla “povertà educativa” in occasione della presentazione del libro “Povertà e disoccupazione giovanile. I limiti allo sviluppo del Mezzogiorno”, pubblicato dalla Editrice Giappichelli di Torino.
I lavori sono iniziati con saluti del Prof. Gustavo Barresi, Direttore del Dipartimento di Economia; ha avviato il dibattito il Prof. Michele Limosani; entrambi si sono anche soffermati ad introdurre e focalizzare i diversi aspetti della tematica. Sono intervenuti i curatori del libro, Prof. Marco Musella e Prof. Giorgio Liotti, ed alcuni autori, quali la Prof.ssa Lara Gitto, il Prof. Ferdinando Ofria, la Prof.ssa Melania Verde, e il Dott. Francesco Moraci, che si sono soffermati ad analizzare l’odierna realtà che caratterizza alcune zone del Paese ed in particolare quelle del Mezzogiorno.
Il volume è una raccolta di saggi di più autori e nasce dall’esigenza di fare chiarezza sul tema della povertà, soprattutto minorile, che è un fenomeno diffuso soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.
La povertà, ed in particolare quella minorile, è stata esaminata attraverso sei contributi, scritti da studiosi di Economia, che hanno indagano sulle sue relazioni con la dispersione scolastica e con le difficoltà croniche del mercato del lavoro meridionale; nel volume provano a metterne a fuoco cause e conseguenze. Si tratta di scritti che, se letti nel loro insieme, rivelano un approccio accurato e di agevole lettura.
La Prof.ssa Lara Gitto ha descritto la dimensione del fenomeno della povertà (assoluta e relativa) nel nostro Paese, a partire da dati ed evidenze empiriche presentate in un recente Rapporto Istat. L’autrice si è soffermata con dovizia di particolari sull’analisi condotta sull’argomento ed ha dato dei cenni di policy come, ad esempio, l’attuazione di “politiche sociali mirate” che potrebbero essere attuate per produrre delle utilità proprio per contrastare le povertà, ed in particolare quella minorile.
Il Prof. Giorgio Liotti e il Prof. Marco Musella hanno presentato le risultanze di un’analisi dettagliata sulla povertà minorile e educativa ed hanno evidenziato le consistenti differenze tra le tre macroaree del nostro Paese, mettendo altresì in rilievo gli effetti di lungo periodo della disoccupazione giovanile e dell’abbandono scolastico precoce.
La Prof.ssa Melania Verde ha illustrato le cause della dispersione scolastica, individuabili principalmente in un basso background culturale, quando la causa dell’allontanamento dalla scuola scaturisce dal ridotto livello di istruzione dei genitori, piuttosto che dalla condizione di povertà economica della famiglia. Ogni politica di contrasto al suddetto fenomeno non può prescindere dal prendere in considerazione il retroterra familiare dell’adolescente, e la sola digitalizzazione scolastica non è sufficiente ad attenuare le differenze.
Il Dott. Francesco Moraci ha evidenziato come gli investimenti pubblici in istruzione, se da un lato hanno portato al conseguimento di alcuni risultati positivi – come: la riduzione del fenomeno dei Neet, cioè dei Not in Education, Employment or Training (giovani non impegnati nell’istruzione, nel lavoro o nella formazione professionale; cioè che non si dedicando ad alcuna attività); l’aumento dei tassi di popolazione con titolo di istruzione terziaria; l’incremento dei tassi di occupazione per i neodiplomati e neolaureati – dall’altro richiedono che gli sforzi intrapresi non si interrompano. Per stare al passo con i tempi, dunque, è necessario continuare a investire in istruzione, soprattutto in contesti come quello italiano e meridionale in particolare, dove permangono differenze economiche significative e opportunità sociali differenti, anche tra giovani, adulti e anziani.
Il Prof. Ferdinando Ofria si è soffermato sul ruolo del Programma Nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027 come strumento di contrasto alla povertà in Italia, illustrandone importanza e peculiarità. Ha sottolineato come il citato Programma Nazionale si impegni a prevenire la segregazione ed a facilitare l’accesso paritario ai servizi.
La Dott.ssa Alessandra Calafiore, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Messina – conosciuta in Città come una persona molto attiva nell’ideare e portare avanti diversi progetti, anche quelli dedicati a contrastare la povertà educativa dei giovani – si è soffermata sulle problematiche socio-economiche del Territorio e sulle attività organizzate dall’Assessorato per contrastarle. Si è anche trattenuta sulle attività poste in essere dalla Messina Social City a favore dei cittadini svantaggiati ed in particolare dei giovani del Comune di Messina, sottolineando altresì che l’adozione di valide Politiche adeguate al territorio possono migliorare la problematica.
La Dott.ssa Lucrezia Piraino, ha illustrato la genesi e le attività realizzate nel sociale dalla Fondazione di Comunità di Messina, di cui ne fa parte, e si è soffermata ad illustrare le peculiarità del Terzo Settore nell’ambito del contrasto alla povertà educativa.
Il Prof. Marco Musella, al termine dei lavori, ha aperto un dibattito sulla tematica con i numerosi studenti presenti e alcuni docenti del Dipartimento di Economia.
L’Evento ha offerto spunti interessanti per comprendere meglio il dramma della povertà, e della povertà minorile ed educativa in particolare, e dato indicazioni su quali interventi possano essere efficaci per contrastarle.
Nella Città di Messina, ma anche in Provincia, sono diverse le iniziative portate avanti dalle Parrocchie e dai propri Oratori per contrastare anche la povertà educativa degli adolescenti. In alcuni quartieri l’impegno dei parroci – coadiuvati da volontari – è costante al fine di migliorare gli aspetti culturali, sociali ed economici del territorio, offrendo delle ottime opportunità di riscatto delle aree svantaggiate. Nello specifico si sviluppano diverse attività, come ad esempio: il servizio doposcuola per i giovani della scuola primaria e secondaria di primo grado; le scuole di calcetto; i laboratori artigianali; i Servizi della Caritas per le famiglie bisognose, ecc… .
L’auspicio è quello di poter arrivare ben presto a non sentir più parlare di povertà minorile; occorre tener presente che l’adolescente di oggi mal formato, o peggio colui che abbandona la scuola, sarà con molta probabilità il disoccupato di lunga durata di domani!
Il coinvolgimento di più soggetti, in azioni sinergiche mirate, sicuramente potrebbe portare a migliorare la problematica. Se si coinvolgono attori privati e pubblici di diversa provenienza si può meglio contrastare la problematica; infatti, con una unica cabina di regia – ad esempio – che abbraccia diversi settori, si possono creare delle valide iniziative per ridurre la povertà in trattazione.
Far studiare tutti gli studenti che frequentano gli istituti secondari di secondo grado (eliminando, dunque, il triste fenomeno dell’abbandono), magari orientandoli verso valide iniziative per la costituzione di start up, ad esempio, i tassi di abbandono scolastici migliorerebbero in simbiosi con la diminuzione della disoccupazione, poiché con una migliore istruzione e formazione mirata i giovani sicuramente entreranno prima nel mondo del lavoro e con successo!