“Come Democrazia Cristiana vogliamo impegnarci nei vari territori, cercando di aiutarli a sfruttare e trasformare i loro settori chiave, puntando su nuove tecnologie e formazione. Avendo visitato di recente nella zona tirrenica del messinese, delle aziende agricole e florovivaistiche del territorio, ho compreso che è essenziale puntare su un tipo di agricoltura innovativa, che sfrutti la tecnologia e dopo adeguata formazione porti avanti nuove figure per i “green jobs”, ovvero tutte quelle attività che ricadono nell’ambito dell’economia circolare. Necessario dunque, utilizzando i fondi del Pnrr previsti della transizione ecologica, e creare un Hub tecnologico per il green, con formazione specifica in questo settore, dove si ipotizza la creazione di migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni”. A dirlo il candidato alle prossime elezioni regionali per la Dc Salvatore Merlino, attualmente responsabile per le infrastrutture, trasporti e collegamenti per le isole del partito. “Si prevede – ha aggiunto Merlino – che saranno da 480mila a 600mila i lavoratori che saranno ricercati dalle imprese per orientare i propri processi produttivi. Diversi imprenditori agricoli e società di formazione, che hanno ritenuto valida la nostra idea, presenteranno a breve un progetto per la realizzazione di questo grande Hub green”.
“Si tratta di lavori nei vari settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dei servizi, – prosegue Merlino – che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale, oltre ad aiutare a proteggere gli ecosistemi, ridurre il consumo di energia, materiali ed acqua, attraverso strategie ad alta efficienza e la generazione di rifiuti.
La green economy negli ultimi anni si è affermata come un settore chiave in grado di generare nuovi sbocchi lavorativi: dall’agricoltura biologica, alla silvicoltura sostenibile, al turismo ecologico, veri e propri comparti strategici per la valorizzazione del nostro Made in Italy e dei nostri prodotti tipici.
L’agricoltura biologica, in particolare, rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese, che si conferma infatti fra i primi produttori bio in Europa. Con essa si intende l’applicazione di metodologie di coltivazione che limitano o escludono l’utilizzo di prodotti di sintesi e degli organismi geneticamente modificati (OGM), sfruttando la naturale fertilità del suolo e promuovendo la biodiversità dell’ambiente in cui opera”.
“Un altro settore di applicazione della green economy – prosegue Merlino – è quello legato alla produzione di energia rinnovabile, all’ottimizzazione e al risparmio energetico e al minimo impatto ambientale (impianto fotovoltaico, serre solari, biomasse). Infine un’ultima applicazione riguarda la gestione del consumo idrico in agricoltura. Il sistema italiano, in particolare, promuove l’adozione da parte delle imprese agricole di sistemi di somministrazione delle acque a scopo irriguo a basso consumo e incoraggia la costruzione di bacini idrici aziendali e interaziendali. Se non si investe in questi settori molti altri giovani nei prossimi anni lasceranno questo territorio non trovando un’occupazione, perché l’agricoltura non ha investito in tecnologia e non riesce a produrre come richiede il mercato. I nostri ragazzi devono poter scegliere di restare qui e costruire il loro futuro.I giovani dopo la formazione faranno periodi di stage nelle aziende agricole fino ad essere assunti o creeranno la loro azienda. Tra le figure che si potrebbero formare c’è quella dell’agricoltore bio, che si occupa di garantire un’agricoltura biologica nella propria azienda; l’agronomo che svolge attività gestionali e tecniche nel settore agricolo, forestale/ambientale; l’apicoltore; l’ecoauditor o verificatore ambientale che controlla gli impianti e i processi produttivi di un’azienda rispetto alle norme ambientali; l’ecologo vegetale, figura preposta alla realizzazione di censimenti floristici in ambienti naturali o antropizzati per l’allestimento di liste di controllo territoriali; l’esperto in progettazione delle risorse agroforestali, che si occupa della gestione e del coordinamento delle opere e degli interventi del settore; l’esperto in progettazione delle energie rinnovabili dall’eolico alle biomasse fino al solare; l’idrogeologo che si occupa di rilevamenti finalizzati all’individuazione, valutazione, sfruttamento e salvaguardia delle risorse idriche sotterranee; l’imprenditore agrituristico; il tecnico della qualità bio che si occupa di effettuare i controlli presso le aziende agricole che esercitano tale tipologia di coltivazione; il tecnico degli impianti sostenibili che si occupa della messa in opera delle soluzioni impiantistiche;lo zoonomo che si occupa della pianificazione aziendale e industriale”.
“Tra le idee imprenditoriali già realtà in altri territori – conclude Merlino – che si potrebbero realizzare anche qui: un’impresa che coltiva la terra con consumi limitati di energia fossile e senza l’utilizzo di erbicidi e pesticidi, con un occhio alla formazione di imprenditori a questo modello virtuoso; un’impresa che punta su catering con sue ricette e prodotti biologici, ortaggi in via di estinzione ed erbe spontanee; una che sfrutta un sistema di riciclo automatizzato per ridurre la produzione di plastica e alluminio, un’altra per la maglieria, che alleva il bestiame da cui ottiene la lana in allevamenti non intensivi e che utilizza colorazioni di tipo naturale per i suoi abiti”.