Per un non vedente il buio è la normalità, è entrare in sintonia con l’ambiente circostante, è “conoscere” chi ti sta di fronte basandosi sugli altri sensi come l’udito, l’odorato e, soprattutto il tatto; basta una stretta di mano per cominciare a capire con quale tipo di persona ti stai relazionando e, se puoi cominciare a tessere una relazione amichevole. L’esperienza che l’UICI di Messina insieme all’Istituto Antonello intende proporre al mondo della politica ed ai rappresentanti dell’informazione, nasce dal fatto che la politica deve “entrare” in una realtà per molti sconosciuta ma, che rappresenta una parte importante della società civile. La cena al buio quindi, è un’esperienza enogastronomica indimenticabile in cui i commensali vengono guidati nell’oscurità, messi nelle stesse condizioni di chi, non vede per 365 giorni l’anno e, nonostante ciò, svolge le normali attività quotidiane. Una volta al tavolo, senza conoscere gli altri commensali, è stata servita la cena, durante la quale, tutti i partecipanti, hanno potuto conoscere le difficoltà che la disabilità visiva crea in alcune persone che, per situazioni non dipendenti dalla loro volontà, si trovano costretti a vivere tutta la vita al buio; al contempo, hanno potuto scoprire il potere degli altri sensi.
Il profumo delle pietanze e del vino ha evocato in loro lontani ricordi smuovendo molte emozioni, e intanto la forchetta che “cerca” il cibo posto nel piatto, ha fatto scoprire la consistenza, ma anche quanto problematico è utilizzare anche il coltello per porzionare il cibo da portare alla bocca. È toccato al palato capire attraverso il gusto, le sfumature di sapori sprigionati dal boccone. Il buio ha messo tutti nella stessa condizione, parlamentari, candidati a sindaco, assessori designati semplici cittadini, oltre 60 persone, il buio ha creato una sorprendente connessione per il confronto con gli altri. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si augura che dopo la “cena al buio” chi andrà ad amministrare la città, non si rimanga “cieco” di fronte ai bisogni di cittadini che vivono una condizione di disagio ogni giorno della loro vita ma, per il contributo che offrono alla società, sono cittadini sono uguali nei diritti e nei doveri.
Pubblicato da Salvo Saccà